C’è una profonda tristezza nei testi, un movimento che spinge e tira. Vraell riassume il brano in poche parole.
“Penso che si basi sull’idea che a volte l’odio che abbiamo per noi stessi ci avvolge al punto da coprire la nostra capacità di vedere qualsiasi luce che sia anche lì. Penso che gravitiamo verso la nostra oscurità e ciò che odiamo di noi stessi, pensando che ci definisca sempre”.
Vraell
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