Ho un piccolo livido viola sul braccio sinistro. Non so da dove provenga e nemmeno da quanto tempo è lì. L’ho notato l’altro giorno e ci ho premuto il pollice solo per vedere se era reale. Dal punto emerse un dolore caldo e pulsante. Ma poi, mi sono sentito stranamente confortato mentre il dolore si attenuava. Così l’ho premuto di nuovo e mi sono goduto la sensazione del dolore che si dissolveva, essendo assorbito dal resto di me.
Allo stesso modo, il nuovo brano Summer di Giant Waste of Man , dopo aver pressato su un dolore che non sapevo di avere e poi offre una sorta di conforto sommesso. Ritmi di chitarra rilassati, costanti e malinconici invitano a una tristezza rilassante. Adoro l’approccio del pianoforte in questa canzone. Non ha affatto un ruolo da protagonista, eppure i suoi meandri dentro e fuori le chitarre e la voce, con la sua voce malinconica, sembrano riecheggiare qualcosa di familiare all’interno. E proprio quando siamo in un moderato stato di introspezione, lunghi e belli tiri sull’arco del violoncello ci portano in luoghi ancora più profondi.
La strumentazione classica è intrecciata come fili colorati in un arazzo di indie alt-rock smorzato degli anni ’90, riverbero di chitarra sognante e un’atmosfera che attirerà i fan di Modest Mouse e Broken Social Scene. Le armonie vocali strutturate e perfezionate aggiungono ancora più profondità, ricchezza e varietà alla tavolozza del suono. Il lavoro vocale è sommesso ma commovente; realizzato con cura; eppure non artificiale in alcun modo.
C’è una sorta di stile poetico, artistico, di flusso di coscienza dei testi che trovo sia coinvolgente che un po’ oscuro. Forse è questo che lo rende interessante. Durante i miei primi ascolti, ho sentito una connessione con il dolore, gli errori strazianti, le sigarette e la disperazione, la speranza e il desiderio.
Tutto ha avuto senso quando ho letto la descrizione del cantautore Ben Heywood del concepimento di Summer, dopo :
“Ho scritto la canzone il giorno dopo il mio compleanno. Ero ubriaco e, francamente, piuttosto depresso dopo aver visto l’ennesima protesta essere cancellata dalla forza militante e allo stesso tempo non avevo idea di quando sarebbe tornato il mio lavoro di barista. Il mondo sembrava più visceralmente terrificante che mai, ma anche connesso: lo stavamo attraversando tutti insieme”.
Bene. Sì. Forse stavo guardando la stessa notizia. Mi chiedo cosa ho fatto nei momenti successivi. Adoro il fatto che Giant Waste of Man abbia estratto da quel momento la meravigliosa tristezza umana e la certezza di scopo e bontà al suo interno. La riga finale canta: “Ma tu mi ami comunque”.
Con sede a Los Angeles, Giant Waste of Man ha trascorso del tempo in tournée negli Stati Uniti e in Europa e ha aperto per artisti come Billy Corgan, Pedro the Lion, Young the Giant, Dead Sara & Explosions in the Sky. Summer, uscito il 17 maggio 2022 e segue Jumpsuit (aprile 2022) e Swim (febbraio 2022).
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